Salvatore Quasimodo

Nota biografica

Salvatore Quasimodo a Stoccolma per il Premio Nobel

Il Premio Nobel per la Letteratura Salvatore Quasimodo è nato a Modica il 20 agosto del 1901.

All’epoca Modica era uno dei tre “circondari” in cui era divisa la Provincia di Siracusa (gli altri due erano la stessa Siracusa e Noto).
Solo nel 1927 il regime fascista abolì i “circondari” e Modica passò sotto la Provincia di Ragusa.

Alla luce di quanto ricordato, appare più comprensibile la reiterata dichiarazione di Salvatore Quasimodo che affermava di essere nato a Siracusa.
Non è improbabile il fatto che, fissando Siracusa quale luogo di nascita, Quasimodo volesse anche mettere in rilievo un legame mitico e culturale con la Grecia classica, ribadito anche dal suo ricordare come la nonna paterna (Rosa Papandrea) fosse originaria proprio della Grecia.

Salvatore era il secondogenito di Gaetano Quasimodo (1867 – 1960) e Clotilde Ragusa (1877 – 1950) e la famiglia paterna era originaria di Roccalumera (in provincia di Messina).
Fu a Roccalumera che il piccolo Salvatore fu battezzato (l’11 settembre 1901) e fu in quella cittadina del messinese che Clotilde e i figli trovarono rifugio dall’alluvione che, nella notte tra il 25 e il 26 settembre del 1902, aveva colpito Modica.

Ma il peregrinare della famiglia Quasimodo era incessante: seguivano, infatti, i frequenti spostamenti del padre che, come ferroviere, veniva trasferito da una stazione all’altra.
I Quasimodo si stabilirono, così, nella già citata Roccalumera, a Gela, ad Acquaviva e Trabia.

Dopo il devastante terremoto che colpì Messina il 28 dicembre 1908, i primi di gennaio del 1909 Gaetano Quasimodo ebbe l’incarico di riorganizzare la stazione ferroviaria della città dello Stretto e la famiglia lo seguì vivendo, i primi tempi, in un carro merci ferroviario, in quanto la città era stata quasi del tutto rasa al suolo.

A Messina nel 1919 Salvatore si diplomò all’Istituto Tecnico Matematico-fisico A.M. Jaci. Durante gli anni degli studi aveva conosciuto Salvatore Pugliatti e Giorgio La Pira, con i quali mantenne viva l’amicizia per tutta la vita.

Conseguito il diploma, lasciò la Sicilia alla volta di Roma dove si era iscritto all’Università, ma le precarie condizioni economiche gli impedirono di continuare gli studi con serietà.
Per poter vivere, accettò di fare i lavori più disparati, come il commesso in un negozio di ferramenta o l’impiegato alla Rinascente dalla quale venne licenziato per aver organizzato uno sciopero il giorno prima dell’entrata in vigore della legge fascista che li vietava.

Nel 1926 si trasferì a Reggio Calabria dove era stato nominato «geometra straordinario» del Genio civile. Quell’anno sposò Bice Donetti con la quale aveva vissuto more uxorio fin dagli anni romani.

Nel 1929, su invito del cognato Elio Vittorini (che aveva sposato Rosa Quasimodo), andò a Firenze dove entrò in contatto con l’ambiente letterario e vi conobbe Eugenio Montale.

Il 1930 vide la pubblicazione del suo primo volume di poesie: Acqua e terre. Seguì nel 1932 Oboe sommerso. Nel 1936 Erato e Apollion. Nel 1942 Ed è subito sera che ottenne un immediato successo di vendite. Nel 1947 Giorno dopo giorno. Nel 1949 è La vita non è sogno. Nel 1956 Il falso e vero verde. Nel 1958 La terra impareggiabile e nel 1966 Dare e avere suo ultimo volume di poesie.

Nel 1931 venne trasferito al Genio civile di Imperia, dove conobbe Amelia Spezialetti dalla quale, nel 1935, ebbe la figlia Orietta.

Nel 1932 vinse il premio dell’Antico Fattore a Firenze.

Nel 1934 venne trasferito al Genio civile di Milano, ma fu presto distaccato in Valtellina a causa di contrasti con il suo dirigente.

Nel 1936 conobbe la danzatrice Maria Clementina Cumani destinata, nel 1948, a diventare la seconda moglie (morta la Donetti nel 1946). Dalla relazione con la Cumani, nel 1939, nacque il figlio Alessandro.

Dopo 12 anni di servizio, nel 1938 lasciò il Genio civile e iniziò, grazie all’interessamento di Cesare Zavattini, a collaborare con il mondo editoriale.

Nel 1940 pubblicò la traduzione dei Lirici greci che ebbe immediata fortuna.

L’anno successivo ottenne “per chiara fama” la cattedra di Letteratura italiana presso il Conservatorio di musica G. Verdi di Milano. Mantenne l’insegnamento fino all’ultimo giorno di vita.

Nel 1945 uscirono le traduzioni de Il Vangelo secondo Giovanni; di una scelta dei Canti di Catullo e di passi dell’Odissea.

Nel 1953 vinse, ex aequo con Dylan Thomas, il premio Etna-Taormina.

Nel 1958 vinse il Premio Viareggio. Durante un viaggio in U.R.S.S. venne colpito da infarto. Poté tornare in Italia solo nella primavera del 1959.

Nel 1959 gli venne assegnato il Premio Nobel per la Letteratura che ritirò a Stoccolma il 10 dicembre.

L’anno seguente ebbe dall’Università di Messina la laurea honoris causa.

Nel 1965 fu colpito da un’ischemia cardiaca.

L’anno successivo ricevette la laurea honoris causa dall’Università di Oxford.

Il 14 giugno 1968 Salvatore Quasimodo fu colto da emorragia cerebrale ad Amalfi. Morì a Napoli dove era stato trasportato nel vano tentativo di salvargli la vita.
Le esequie si svolsero a Milano e fu sepolto al Famedio del Cimitero Monumentale.


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